Scienze umane

Lo sviluppo percettivo del neonato  La percezione rappresenta uno dei temi più studiati dalla psicologia sperimentale, proprio per l'importanza che riveste nella vita di ognuno di noi grazie ai processi percettivi il bambino acquisisce quotidianamente le informazioni sul mondo circostante e interagisce con esso, adattandolo alle proprie esigenze e adeguandosi alle sue regole. Fin dalla nascita il bambino è i grado di ricavare informazioni sul mondo che lo circonda. Nel corso del normale sviluppo del corpo umano, le capacità degli organi sensoriali si affinano notevolmente fin dai primi mesi di vita. Gli stimoli che provengono dall'ambiente attiva i diversi apparati percettivi, stimolando la corteccia celebrale. La maturazione degli apparati percettivi avviene di pari passo con l'affinamento delle capacità del bambino,attraverso l'esperienza.

L'universo del bambino prima della nascita  Nel periodo prenatale, solitamente nove mesi di gestazione cioè il periodo della gravidanza, avviene qualcosa di straordinario : una cellula , lo zigote  si trasforma a poco a poco in un bambino. in questo processo si distinguono diverse fasi: Il periodo germinale : nei primi ventuno giorni i due gameti con la fecondazione si fondono dando origine allo zigote che comincia un processo di divisione e crescita e si impianta nella parete uterina. Il periodo embrionale: dalla terza settimana all' ottava cominciano a formarsi le principali strutture interne ed esterne dal corpo, definito questa fase embrione    il periodo fetale: dalla nona settimana alla nascita : in questo periodo continua e si completa la maturazione dei diversi organi e parti del corpo, definito in questa fase feto

        Lo sviluppo del bambino: percezione, movimento, linguaggio La psicologia dello sviluppo studia i cambiamenti nell'evoluzione psicologica individuale: l'individuo è visto infatti come un soggetto in continua evoluzione, non solo nel periodo dell'infanzia e dell'adolescenza ma lungo tutto l'arco della vita. Negli ultimi 40 anni gli strumenti per la ricerca hanno permesso di raggiungere risultati molto avanzati nella comprensione dei processi di sviluppo.

L'evoluzione del metodo antropologico tra fine dell'Ottocento e il primo Novecento

La comunicazione con gli altri componenti del gruppo Questo significa che , venendo al mondo , gli esseri umani non sono "liberi di scegliere" completamente. per esempio di parlare in un modo piuttosto che in un altro , di unirsi sessualmente a chi loro piace o di adorare il dio che più li rassicura. Al contrario, l'essere umano è indirizzato a certi pensieri e a certe azioni dai simili che gli stanno intorno, perchè deve anzitutto adottare modi di comportarsi e di ragionare che siano riconoscibili dagli altri . Ciò non esclude che nel corso della sua vita un  individuo non possa sviluppare preferenze e inclinazioni: in materia religiosa, estetica o sessuale . Tuttavia tali preferenze e inclinazioni saranno parte di un mondo che è l'insieme delle maniere di comportarsi,esprimersi , pensare largamente comprensibili ai componenti del gruppo di cui un individuo fa parte . Questo mondo è cultura.

L'incontro con l'altro , il diverso  Zoo umani . L'invenzione del selvaggio svela la storia di donne, uomini e bambini portati dall'Africa, Asia, Oceania e America per essere esposti nel mondo occidentale nei circhi, in spettacoli teatrali o di cabaeret, fiere e zoo. La pratica è iniziata nelle corti reali nel XVI secolo e ha continuato ad aumentare fino alla metà del XX secolo in Europa,America e Giappone. Una vasta gamma di dipinti, sculture , manifesti , cartoline , filmati , fotografie, modanature , diorami e costumi forniscono informazioni sulla portata del fenomeno e sul successo del settore degli spettatori esotici, che ha attirato più di un miliardo di spettatori che tra il 1800 e il 1958, sono rimasti incantati da più di 35.000 persone in tutto il mondo. Attraverso 600 oggetti e la proiezione di numerosi archivi cinematografici, la mostra illustra come questo tipo di presentazioni, usate come propaganda e intrattenimento abbiano plasmato la prospe

Il metodo di ricerca: la pratica antropologica Da allora gli antropologi non hanno più abbandonato questo modo di fare ricerca, il quale prevede che la conoscenze relative alla vita di un gruppo, di una comunità o popolazione derivino dall'osservazione e dalla frequentazione diretta di un antropologo professionista. Alla base della pratica antropologica c'è dunque un contatto diretto con le popolazioni di cui si parla. Per pratica antropologica intenderemo quindi, in primo luogo, il fatto modi voler affrontare l'incontro con esseri umani con costumi, tradizioni , istituzioni e credenze diverse dai propri , unendo le conoscenze teoriche della disciplina con la personale esperienza di osservazione, riflessione e ricerca,

L'antropologia oggi  Oggi gli antropologi studiano tanto le popolazioni urbane dei Paesi extraeuropei quanto quelle della stessa Europa e del Nord America, i popoli nomadi dell'Asia. Studiano gli ultimi cacciatori-raccoglitori africani, le comunità di villaggio indiane, i movimenti migratori verso l'europa e gli Stati Uniti , e anche quelli all'interno delle aree meno ricche del pianeta. Studiano il consumo  nei supermercati , le sette religiose, le imprese, gli ospedali, la tossicodipendenza , i media , i conflitti etnici, il traffico di esseri umani , il nazionalismo e molto altro ancora.

Popoli lontani e popoli vicini Fino a non molti decenni fa l'antropologia si è occupata dello studio che per molto tempo sono stati chiamati "selvaggi " perchè ritenuti gli ultimi rappresentanti di fasi arcaici della storia umana. Si tratta di popoli abitanti in sperdute isole del pacifico , nelle fitte foreste africane o magari all' interno di deserti. Erano popoli forniti di una tecnologia assai semplice che non conoscevano la scrittura e avevano istituzioni politiche e religiose molto diverse da quelle delle popolazioni occidentali. In seguito anche i popoli con tradizioni scritte e con culti monoteistici sono stati inclusi negli interessi dell'antropologia .

i rapporti tra antropologia e colonialismo L'interesse per i popoli "esotici" si sviluppò ulteriormente, anche perchè le maggiori potenze europee si impegnarono nella conquista di nuovi territori in Africa, in Asia e in Oceania. Fu nelle colonie extraeuropee e nelle riserve indiane che gli antropologi trovarono i luoghi privilegiati del loro lavoro. L'antropologia ricavò una grande possibilità di sviluppo dal dominio esercitato dalla società europea e statunitense su quelle dell'Africa, dell'Asia e d'america. Questo però non significa che all'epoca gli antropologi fossero dei colonialisti. Gli antropologi si sono distinti dai colonizzatori per la volontà di stabilire rapporti di reciproca compressione con la popolazione da loro studiate.

L'uomo a contatto con tribù incontattate Per i popoli  isolati, la causa più frequente di morte sono le malattie introdotte dall’esterno. Le tribù incontattate non hanno difese immunitarie verso virus come l’influenza e la varicella, com’è invece per la maggior parte di altre società che sono in contatto con il mondo esterno da centinaia di anni. Spesso la curiosità e il voler mettersi in contatto con tribù isolate nella foresta per anni porta all'estinzione di queste perchè come società diversa dalla nostra ha una diversa cultura e un diverso modo di vivere dal nostro. Abituati alla natura invece che alle città non hanno sviluppato difese da malattie per noi comuni e un semplice contatto può portarli alla morte.

Antropologia significa.... Deriva dai termini greci anthopos e lògos: antrophos significa <<uomo>> nel senso di <<umanità>>  mentre lògos vuol dire <<discorso>> . Antropologia allora significa studio del genere umano . L'antropologia soprattutto si occupa dello studio comparativo delle diverse culture. Studia il genere umano dal punto di vista culturale come le idee i comportamenti che sono caratteristici del genere umano che vive in società fra loro lontane nello spazio e nel tempo.

Origini e metodi dell'antropologia